DESCRIZIONE
Un viaggio nel tempo alla ricerca di noi stessi, nelle trame della città e nei luoghi in cui ci manifestiamo. C’è unmomento del viaggio di confine che si manifesta come
punto di equilibrio. Questo istante amorfo non è ancora, ma già non è più: è una sospensione che viene colta in quel suo essere presente ed assente allo stesso
tempo,all’interno di un luogo vago e fuggevole creato dal residuo emozionale di due scenari opposti, ma necessari l’uno all’altro per essere afferrati. Questo istante
di mezzo che viene avvertito fugacemente vuole essere finalmente carpito nella sua peculiare realtà: l’essere un limite nutrito contemporaneamente dal mondo della
stasi e da quello dell’impulso, che viene declinato come caduta. Il confine dunque sembra costituire un vero e proprio terzo elemento, lo scatto fotografico, che
abbraccia, e supera, la somma delle parti trasformandosi in nuova coscienza. Il confine diventa incontro: uno spazio di apertura, di consapevolezza al di fuori del tempo.